martedì 30 settembre 2008

L'immondizia e la crescita (parabola sulla crescita usa e getta)

Un amico del sito "Torino a 5 stelle - Amici di Beppe Grillo" mi segnala una pubblicazione delirante, (per noi che abbiamo preso la "pillola rossa"), ma neanche troppo, uscita sullo Specchio dei Tempi de La Stampa, giornale torinese.
Un cittadino si domanda terrorizzato sul livello della recessione economica in italia; ma la riflessione non parte dalla lettura di un testo di Stiglitz, o di un'intervista a Bernanke, o a Trichet, bensì da un dato dell'Ass. all'Ambiente della Provincia di Torino, A.Massaglia!!

Come?, vi chiederete. E vi capisco. Il fatto è che hanno diffuso i dati della raccolta differenziata in provincia di Torino, e fatto sta che per la prima volta da quando li contiamo i rifiuti prodotti dai cittadini torinesi sono iniziati, lievemente, (oserei dire impercettibilmente nella montagna di rifiuti che ogni anno produciamo, 1,2 milioni di ton l'anno) a diminuire.

Ciò ha scompensato il simpatico concittadino che vi ha ravvisato la fine della nostra società, e non, viceversa, semmai, un possibile segno di ravvedimento e quindi di speranza. Di poter pensare ad un futuro, e quindi smetterla di pensare al presente come un tempo dilatato di azioni irresponsabili, al pianeta come un immenso luna-park di risorse infinite, agli oggetti/individui che ci circondano come una distesa di luccicanti usa-e-getta.

La diminuzione della produzione totale di materiali post-consumo (MPC) probabilmente ha origine nella maggiore attenzione che i cittadini torinesi, nelle zone dove vi è stato introdotto il sistema di RD spinta, col metodo del "porta a porta", fanno all'acquisto di merci con imballaggi multi-compositi. Se poi vi fosse anche una base economica, ancora meglio. Comprare meno merci che non si usano più dopo pochi giorni e che si buttano dopo pochi mesi, significa saper riusare, riciclare e farsi bastare quel che si ha. All'inizio del secolo ogni abitante aveva a sua disposizione pochi oggetti, ora sono centinaia di oggetti, che spesso neanche usiamo, o sappiamo usare al meglio.

Viviamo inseguendo la possibilità di acquistare "merci", da oggetti, a conoscenze, sapori, relazioni sociali, impegnando quindi ogni nostra risorsa nel potenziamento del nostro potere d'acquisto, economico, d'immagine (vestiti, lifting, palestra) senza poterne veramente nè godere nè carpire il senso più profondo.
Meno oggetti che non sappiamo far funzionare, meno conoscenze nozionistiche, meno relazioni superficiali, meno sapori geneticamente modificati; più beni che sappiamo veramente "maneggiare", più conoscenze profone, più rapporti "familiari", più alimenti genuini, secondo il ritmo delle stagioni e la filiera più corta e localistica.

Questo signore fa il paio con quello che dice di avere smesso di differenziare i rifiuti perchè il Comune non ha diminuito la Tassa sui Rifiuti. Costui è come il bambino che ritorna a far la pipì nel letto, perchè la mamma presta più attenzioni al fratello più piccolo; come il ragazzino che parla di organi genitali femminili, quando neanche s'immagina come siano fatti; credevo finora che i comitati contro il porta a porta fossero delle invenzioni di TRM e degli inceneritoristi, ma mi sbagliavo; mi spiace per queste persone, ma è forse ora che capiscano che il Fanciullino è una forma artistica, ma questa non contempla la cacca, al massimo la ricostruzione di un water...