mercoledì 28 ottobre 2009

Scajola e la Cina...

E' stato appena ratificato dal Governo Berlusconi il progetto del ministro Scajola per creare le prime 22 zone economiche speciali ops...zone franche urbane, zone particolarmente disagiate dove le PMI fino a 50 addetti potranno essere esenti dalle tasse per 100 milioni. Tutto ciò per favorire la ripresa dell'economia. 

Ma l'economia deve ripartire autonomamente sulla base della domanda interna. Per battere la competizione esterna, siamo arrivati a questo: creare delle diseguaglianze pericolose tra diversi territori, peggio delle gabbie salariali, anzichè investire sulla ricerca e sulla tecnologia, sull'assistenza alla persona e il welfare in generale.

Ricordiamo che in Cina tali zone attirano multinazionali senza scrupoli che non rispettano nessuno dei diritti dei lavoratori dell'OIL.
Per ora qui, sono PMI, speriamo bene. 

Finiremo mica come la Cina, pur di produrre di più?

Lo stop agli Euro-2 diesel: incentivi bis alla Fiat

Che senso ha fermare gli euro-2 diesel, mi chiedo, come se da questo dipendesse il miglioramento dell'inquinamento delle nostre città.
La maggior parte delle emissioni di micropolveri deriva dai riscaldamenti, infatti, aumenta esponenzialmente in inverno e quasi sparisce d'estate, a parità di automobili.

La frottola delle norme anti-inquinamento (euro1->5) è servita per rallentare l'invasione del mercato automobilistico da parte dei colossi cinesi, indiani e coreani, oltre che il sistema di valutazione della sicurenzza EuroNCAP (la maggior parte degli incidenti mortali avvengono in condizioni tali che nessun sistema di sicurezza passivo può servire).

In materia nulla si crea e nulla si distrugge. Se brucio un litro di gasolio, emetterò la stessa quantità di inquinanti, semplicemente con i nuovi filtri anti-particolato (FAP, DPF ecc...), queste particelle e microinquinanti vengono bloccate da un filtro che si surriscalda fino all'espulsione delle stessa quantità di inquinanti intrappolati, semplicemente in particelle più piccole, cioè più facilmente inalabili fino agli alveoli polmonari e di qui trasferibili nel torrente circolatorio e a tutti gli organi con effetti non ancora interamente determinati (effetti delle nanoparticelle: alterazioni endorcine, mutazioni genetiche, tumori). Alla fine del ciclo inoltre residuano tutti i filtri esausti da smaltire.

La Convenzione di Stoccolma a cui hanno aderito tutti i paesi europei, vieta non solo l'immissione ma anche la produzione di detti inquinanti pericolosi per la salute umana. Quindi la soluzione migliore è non produrli e non polverizzarli in nanoparticelle non rilevabili (se ci fate caso, i vecchi motori a gasolio fanno la fumata nera, quelli nuovi no, ma è solo un'illusione ottica): l'ennesimo esempio di greenwashing.

Obbligare i cittadini a cambiare automobile ogni 7-8 anni è un balzello ingiusto (insieme alla tassa sul possesso e le accise sul carburante), soprattutto perchè dal punto di vista di un ciclo di vita, è molto più inquinante comprare un'automobile nuova che usare la propria vecchia Euro-2 (ma anche euro-0, od euro-1). Ma questo serve per "rilanciare" l'economia, compreso gli incentivi per miliardi di euro al comparto in crisi.

Dov'è finito il liberismo? Se un settore è in crisi, vuol dire che non v'è più domanda o che vi è, come per l'auto, una sovrapproduzione, e quindi tale produzione va tagliata.

Ovvio che con un sistema di ammortizzatori sociali da terzo mondo, i poveri lavoratori appiedati dall'industria automobolistica e dell'indotto saranno appiedati e parecchio imbufaliti. Drogare la domanda con gli incentivi, significa solo rallentarne il collasso e procrastinare delle manovere serie e credibili per dare un lavoro utile e soddisfacente alla gente.

Diciamo quindi no allo stop degli Euro-2 diesel, sì all'introduzione di una mobilità sostenibile efficiente ed efficace, e sì ad un ticket per l'ingresso in città, i cui proventi andranno destinati per la realizzazione di un progetto di mobilità suburbana (metropolitana ferroviaria, metrò, bus, car/bike sharing).
Altro che ZTL allargata.

Non si possono vessare i cittadini, senza offrire servizi adeguati in cambio.

martedì 27 ottobre 2009

La social card del Piemonte: win for life?

Il Piemonte ha un tasso di disoccupazione al 7% (a giugno), nel terzo trimestre dell'anno la cigs ha fatto registrare 17 mln di ore autorizzate, con un aumento interannuale del 460%. A fine settembre, inoltre, i lavoratori in Piemonte in cassa integrazione straordinaria risultano 31 mila. Per quanto riguarda la cassa integrazione ordinaria, in Piemonte le ore medie autorizzate per occupato nei primi nove mesi del 2009 sono state 235, con una media nazionale pari a 115 ore. Il ricorso alla cassa integrazione in deroga, infine, nel corso del 2009 ha registrato una decisa accelerazione delle domande: tra gennaio e settembre ne sono pervenute 6.200 circa, che interessano 3.086 imprese, in gran parte artigiane, e che coinvolgono oltre 20.000 lavoratori con un impegno di spesa che a preventivo si attesta a meta' settembre a circa 150 milioni di euro.

Il 16 ottobre, l'Ass. al Lavoro, Migliasso chiedeva disperatamente quei 150 milioni al governo, il quale ne sembra aver girato solo 60. Ora spuntano 15 milioni a pioggia. Bresso & co han deciso di dare un 3000 € una tantum per "sostenere il reddito delle lavoratrici e dei lavoratori che dal 1° settembre 2008 al 31 dicembre 2009 hanno perso il lavoro e sono completamente privi di ammortizzatori sociali (cassa integrazione ordinaria, straordinaria o in deroga, indennità di mobilità o di disoccupazione ordinaria e in deroga).

I beneficiari del contributo...devono... avere un indicatore Isee ricalcolato pari o inferiore a 13.000 euro: lavoratori a tempo determinato...con contratto giunto a scadenza naturale o interrotto prima della scadenza in seguito alla crisi, che complessivamente abbiano lavorato almeno 90 giorni... e per non più di 12 mesi; titolari di contratto di collaborazione a progetto o di collaborazione coordinata continuativa, che abbiano maturato un’anzianità lavorativa di almeno 90 giorni..., giunto a scadenza naturale o interrotto prima della scadenza naturale dal committente in seguito a crisi aziendale; lavoratori a tempo indeterminato licenziati, che abbiano maturato un’anzianità lavorativa di almeno 90 giorni presso la stessa azienda. Non è ammesso chi è stato licenziato per giusta causa, per giustificato motivo soggettivo, per mancato superamento del periodo di prova, per superamento del periodo di comporto. Non può partecipare chi ha dato le dimissioni volontarie, non a causa di crisi aziendale. I moduli per la domanda si possono ritirare anche nelle sedi dei Centri provinciali per l’impiego del Piemonte, negli uffici Urp della Regione o scaricare da www.agenziapiemontelavoro.net e andranno presentati all’Agenzia Piemonte Lavoro con una raccomandata con ricevuta di ritorno inviata entro il 29 gennaio o consegnati a mano entro il 28 gennaio 2010. Per informazioni è attivo il numero verde 800124345. Chi percepirà il contributo sarà inserito in azioni di politica attiva del lavoro (orientamento e formazione professionale) predisposte in collaborazione con i Centri per l’impiego."

E chi già prima della crisi un lavoro non l'aveva?


Memori del successone della social card del ministro TremoRti, i nostri decidono di non essere da meno. Ma i cittadini non vogliono l'elemosina, bensì un lavoro gratificante, stabile (come lo stesso TremoRti si è affrettato a dire qualche giorno fa in un rigurgito socialista nell'attesa dei forconi) e con "una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa", come recita l'art.36 della Costituzione.

L'attuale classe politica, vittima e carnefice al contempo di una miopia ideologica incancrenitasi in sterili polemiche bipartisan, è con le spalle al muro e propone le stesse vecchie ricette fallimentari.
Come investire miliardi di euro in grandi opere di dubbia o nessuna utilità (TAV, tangenziali e inceneritori) che danno lavori precari, spesso in nero ad extra-comunitari che la legge ha reso criminali per decreto, devastano i territori, mentre la gente fa la fame?
Quanti redditi di cittadinanza/disoccupazione potemmo elargire evitando questi sprechi? Quanta occupazione potremmo creare con i lavori e l'applicazione delle tecnologie che migliorano le efficienze dei nostri processi produttivi/energetici?

Nell'attesa che si presenti una nuova classe politica che sappia rispondere a queste domande e metterle in pratica, una volta votata, consiglio vivamente di segnarvi questo studio di Unioncamere: le figure più richieste.
 
"Nonostante sia evidente un contesto di ridimensionamento in termini assoluti delle assunzioni previste per l’anno 2009, Excelsior mette in evidenza quelle che sono le figure professionali più ricercate sul nostro territorio, sia quelle maggiormente qualificate (ad esempio contabili, professioni del mondo sanitario, impiegati addetti alla logistica) che quelle cosiddette low skill tra cui spicca la richiesta di commessi, addetti ai servizi di pulizia e camerieri.
Su tutto il territorio nazionale... si mette in evidenza la difficoltà di reperire infermieri e figure specializzate del mondo sanitario".


Nel frattempo reimpariamo la virtuosa arte della sobrietà, che non vuol dire rinuncia, ma rifiuto degli sprechi e delle inefficienze. Solo con questo nella vita di tutti i giorni si possono risparmiare decine di euro al mese, mentre lo Stato e gli enti locali diversi punti % di deficit. Altro che social cards o altri "win for life"...

lunedì 26 ottobre 2009

Le primarie dei (polli) democratici


Tre milioni di (polli) democratici sono scesi in piazza, sprecando una domenica di sole con tepore primaverile, per dare 6 milioni di euro!! ad un partito in-democratico, il PDmenoL; per di più, non eleggendo il meno peggio (il dott. Ignazio Marino), ma il sig. Bersani, colui il quale solo 2 anni fa chiedeva misure certe al ministero dell'Interno contro i medici emiliani che protestavano pubblicamente contro i danni delle emissioni degli inceneritori, dicendo loro che non erano competenti in materia (mentre lui ministro dell'Economia lo era?); lo stesso che ha recentemente accolto a braccia aperte la dison. Binetti, che di democrazia e tolleranza verso l'Altro è alfiere convinto; lo stesso che tiene tra le sue fila il meglio dei giovani democratici, Bassolino, Iervolino, Loiero.

Gaudeamus dum iuvenes democratici sumus

Ps. Sappiate che quei 6 milioni di euro insieme al finanziamento pubblico...pardon, rimborsi elettorali andranno a finanziare quei fastidiosissimi volantini col faccione del prossimo candidato PD e non per la nostra CIG o il nostro welfare...

domenica 25 ottobre 2009

Report, ovvero come le banche vincono sempre (e doppio)

Ancora puntata interessante del programma della Gabanelli.
Tolto l'inizio in sordina, in cui ancora si da la parola a economisti giurassici fermi al XX secolo che disquisiscono di aumento del rapporto debito pubblico su PIL (ma se la domanda di merci inutili cala perchè siamo diventati più sobri, e, trovandosi il PIL al denominatore, il rapporto aumenta, è un bene o un male per la società?), ci si lancia sulla questione recupero crediti.

Dopo la legge D'Alema del '99 le banche possono vendere i propri crediti inesigibili a società di riscossione. Ora, che queste società fossero spietate, si sapeva. Che mettessero al'asta le case dei debitori, pure. Che non mostrassero le carte relative al procedimento, un po' meno. Che queste società cedessero parte dei crediti a seconde e terze società sconosciute, ancora meno. Che queste società sembrerebbero, e dico, sembrerebbero, essere società veicolo delle stesse banche creditrici, fuori bilancio, che cedono il recuperato a fondazioni olandesi, così da recuperare il credito senza pagarci le tasse, pare pazzesco. Uno scudo-quater?

Noooooo. Il presidente ABI, Santacecca, conferma: "non ci risulta". Dormiamo sonni tranquilli. Soprattutto da quando ho chiuso il conto alla Intesa-San Paolo.

Ah. Occhio se perdete il lavoro, ora, oltre a preoccuparvi di mangiare voi e famiglia, dovrete preoccuparvi anche di pagare l'IRPEF che il vostro datore non ha corrisposto. Sempre il centro-sx, il dison. Visco, nel 2000, ha depenalizzato l'omissione di pagamento IRPEF e IVA, quindi il fisco verrà a cercare voi.

Poi ci vengono a dire che dobbiamo far ripartire i consumi, che con la crisi dobbiamo stringere la corda...sì, ma non certo per darlo alle banche. Risparmiamo, e compriamo un fienile in campagna ed un pezzo di terra e un po' di sementi non OGM, che si prevedono tempi duri....

La legge è uguale per tutti? o dobbiamo sperare in un aldilà equo?

lunedì 5 ottobre 2009