mercoledì 28 ottobre 2009

Lo stop agli Euro-2 diesel: incentivi bis alla Fiat

Che senso ha fermare gli euro-2 diesel, mi chiedo, come se da questo dipendesse il miglioramento dell'inquinamento delle nostre città.
La maggior parte delle emissioni di micropolveri deriva dai riscaldamenti, infatti, aumenta esponenzialmente in inverno e quasi sparisce d'estate, a parità di automobili.

La frottola delle norme anti-inquinamento (euro1->5) è servita per rallentare l'invasione del mercato automobilistico da parte dei colossi cinesi, indiani e coreani, oltre che il sistema di valutazione della sicurenzza EuroNCAP (la maggior parte degli incidenti mortali avvengono in condizioni tali che nessun sistema di sicurezza passivo può servire).

In materia nulla si crea e nulla si distrugge. Se brucio un litro di gasolio, emetterò la stessa quantità di inquinanti, semplicemente con i nuovi filtri anti-particolato (FAP, DPF ecc...), queste particelle e microinquinanti vengono bloccate da un filtro che si surriscalda fino all'espulsione delle stessa quantità di inquinanti intrappolati, semplicemente in particelle più piccole, cioè più facilmente inalabili fino agli alveoli polmonari e di qui trasferibili nel torrente circolatorio e a tutti gli organi con effetti non ancora interamente determinati (effetti delle nanoparticelle: alterazioni endorcine, mutazioni genetiche, tumori). Alla fine del ciclo inoltre residuano tutti i filtri esausti da smaltire.

La Convenzione di Stoccolma a cui hanno aderito tutti i paesi europei, vieta non solo l'immissione ma anche la produzione di detti inquinanti pericolosi per la salute umana. Quindi la soluzione migliore è non produrli e non polverizzarli in nanoparticelle non rilevabili (se ci fate caso, i vecchi motori a gasolio fanno la fumata nera, quelli nuovi no, ma è solo un'illusione ottica): l'ennesimo esempio di greenwashing.

Obbligare i cittadini a cambiare automobile ogni 7-8 anni è un balzello ingiusto (insieme alla tassa sul possesso e le accise sul carburante), soprattutto perchè dal punto di vista di un ciclo di vita, è molto più inquinante comprare un'automobile nuova che usare la propria vecchia Euro-2 (ma anche euro-0, od euro-1). Ma questo serve per "rilanciare" l'economia, compreso gli incentivi per miliardi di euro al comparto in crisi.

Dov'è finito il liberismo? Se un settore è in crisi, vuol dire che non v'è più domanda o che vi è, come per l'auto, una sovrapproduzione, e quindi tale produzione va tagliata.

Ovvio che con un sistema di ammortizzatori sociali da terzo mondo, i poveri lavoratori appiedati dall'industria automobolistica e dell'indotto saranno appiedati e parecchio imbufaliti. Drogare la domanda con gli incentivi, significa solo rallentarne il collasso e procrastinare delle manovere serie e credibili per dare un lavoro utile e soddisfacente alla gente.

Diciamo quindi no allo stop degli Euro-2 diesel, sì all'introduzione di una mobilità sostenibile efficiente ed efficace, e sì ad un ticket per l'ingresso in città, i cui proventi andranno destinati per la realizzazione di un progetto di mobilità suburbana (metropolitana ferroviaria, metrò, bus, car/bike sharing).
Altro che ZTL allargata.

Non si possono vessare i cittadini, senza offrire servizi adeguati in cambio.

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