martedì 27 ottobre 2009

La social card del Piemonte: win for life?

Il Piemonte ha un tasso di disoccupazione al 7% (a giugno), nel terzo trimestre dell'anno la cigs ha fatto registrare 17 mln di ore autorizzate, con un aumento interannuale del 460%. A fine settembre, inoltre, i lavoratori in Piemonte in cassa integrazione straordinaria risultano 31 mila. Per quanto riguarda la cassa integrazione ordinaria, in Piemonte le ore medie autorizzate per occupato nei primi nove mesi del 2009 sono state 235, con una media nazionale pari a 115 ore. Il ricorso alla cassa integrazione in deroga, infine, nel corso del 2009 ha registrato una decisa accelerazione delle domande: tra gennaio e settembre ne sono pervenute 6.200 circa, che interessano 3.086 imprese, in gran parte artigiane, e che coinvolgono oltre 20.000 lavoratori con un impegno di spesa che a preventivo si attesta a meta' settembre a circa 150 milioni di euro.

Il 16 ottobre, l'Ass. al Lavoro, Migliasso chiedeva disperatamente quei 150 milioni al governo, il quale ne sembra aver girato solo 60. Ora spuntano 15 milioni a pioggia. Bresso & co han deciso di dare un 3000 € una tantum per "sostenere il reddito delle lavoratrici e dei lavoratori che dal 1° settembre 2008 al 31 dicembre 2009 hanno perso il lavoro e sono completamente privi di ammortizzatori sociali (cassa integrazione ordinaria, straordinaria o in deroga, indennità di mobilità o di disoccupazione ordinaria e in deroga).

I beneficiari del contributo...devono... avere un indicatore Isee ricalcolato pari o inferiore a 13.000 euro: lavoratori a tempo determinato...con contratto giunto a scadenza naturale o interrotto prima della scadenza in seguito alla crisi, che complessivamente abbiano lavorato almeno 90 giorni... e per non più di 12 mesi; titolari di contratto di collaborazione a progetto o di collaborazione coordinata continuativa, che abbiano maturato un’anzianità lavorativa di almeno 90 giorni..., giunto a scadenza naturale o interrotto prima della scadenza naturale dal committente in seguito a crisi aziendale; lavoratori a tempo indeterminato licenziati, che abbiano maturato un’anzianità lavorativa di almeno 90 giorni presso la stessa azienda. Non è ammesso chi è stato licenziato per giusta causa, per giustificato motivo soggettivo, per mancato superamento del periodo di prova, per superamento del periodo di comporto. Non può partecipare chi ha dato le dimissioni volontarie, non a causa di crisi aziendale. I moduli per la domanda si possono ritirare anche nelle sedi dei Centri provinciali per l’impiego del Piemonte, negli uffici Urp della Regione o scaricare da www.agenziapiemontelavoro.net e andranno presentati all’Agenzia Piemonte Lavoro con una raccomandata con ricevuta di ritorno inviata entro il 29 gennaio o consegnati a mano entro il 28 gennaio 2010. Per informazioni è attivo il numero verde 800124345. Chi percepirà il contributo sarà inserito in azioni di politica attiva del lavoro (orientamento e formazione professionale) predisposte in collaborazione con i Centri per l’impiego."

E chi già prima della crisi un lavoro non l'aveva?


Memori del successone della social card del ministro TremoRti, i nostri decidono di non essere da meno. Ma i cittadini non vogliono l'elemosina, bensì un lavoro gratificante, stabile (come lo stesso TremoRti si è affrettato a dire qualche giorno fa in un rigurgito socialista nell'attesa dei forconi) e con "una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa", come recita l'art.36 della Costituzione.

L'attuale classe politica, vittima e carnefice al contempo di una miopia ideologica incancrenitasi in sterili polemiche bipartisan, è con le spalle al muro e propone le stesse vecchie ricette fallimentari.
Come investire miliardi di euro in grandi opere di dubbia o nessuna utilità (TAV, tangenziali e inceneritori) che danno lavori precari, spesso in nero ad extra-comunitari che la legge ha reso criminali per decreto, devastano i territori, mentre la gente fa la fame?
Quanti redditi di cittadinanza/disoccupazione potemmo elargire evitando questi sprechi? Quanta occupazione potremmo creare con i lavori e l'applicazione delle tecnologie che migliorano le efficienze dei nostri processi produttivi/energetici?

Nell'attesa che si presenti una nuova classe politica che sappia rispondere a queste domande e metterle in pratica, una volta votata, consiglio vivamente di segnarvi questo studio di Unioncamere: le figure più richieste.
 
"Nonostante sia evidente un contesto di ridimensionamento in termini assoluti delle assunzioni previste per l’anno 2009, Excelsior mette in evidenza quelle che sono le figure professionali più ricercate sul nostro territorio, sia quelle maggiormente qualificate (ad esempio contabili, professioni del mondo sanitario, impiegati addetti alla logistica) che quelle cosiddette low skill tra cui spicca la richiesta di commessi, addetti ai servizi di pulizia e camerieri.
Su tutto il territorio nazionale... si mette in evidenza la difficoltà di reperire infermieri e figure specializzate del mondo sanitario".


Nel frattempo reimpariamo la virtuosa arte della sobrietà, che non vuol dire rinuncia, ma rifiuto degli sprechi e delle inefficienze. Solo con questo nella vita di tutti i giorni si possono risparmiare decine di euro al mese, mentre lo Stato e gli enti locali diversi punti % di deficit. Altro che social cards o altri "win for life"...

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